Biografia di un

Musicista

Ciao, sono Vittorio Nicoletti Altimari, nato a Napoli nel 1964, di professione musicista. Suono la chitarra, il basso elettrico ed il contrabasso; compongo musiche e testi sin dagli inizi ed insegno musica da oltre 14 anni. Mi cimento volentieri con altri strumenti, voce e cori.

La musica è entrata in casa mia quando avevo appena nove anni, nella forma di maestro che avrebbe dovuto dare lezioni di chitarra a mia madre, ma in realtà cercava me 😁. Oggi, dopo quasi 50 anni, la nostra relazione è più florida che mai. Ho ricevuto un’educazione di tipo classico che, nel suo infinito mondo, ancora mi trattiene come eterno studente.

Electronic Press Kit podcast version.
Breve escursus del percorso biografico e discografico di Vittorio Nicoletti Altimari di oltre 40 anni, completo di foto, video, brani e press release.

Parto dunque dagli esordi…

La New Wave degli anni 80'

Dopo aver partecipato a diverse band, sono entrato a far parte come bassista in un gruppo “famoso” degli anni 80: i SeiSeiSei, una band che si cimentava nel genere della New Wave, ed in particolare era uno dei gruppi di punta della corrente Vesuwave, che fu accolta molto favorevolmente sia a livello nazionale che a livello internazionale. Si suonava tanto e ovunque in Italia, c’era sempre tanta gente in giro, la musica dal vivo era il punto di forza dei locali, delle feste e degli eventi in generale.

La scena musicale nel corso degli anni 70 è caratterizzata da un atteggiamento direi anticonformista soprattutto da parte di noi giovani, i quali denunciavamo a piede libero la corruzione politica ed istituzionale, nonché gli aridi dogmi. Eravamo scalmanati e facevamo tanti errori, anche perché non c’era tutta questa disponibilità di informazioni che c’è oggi, eppure tutto mi pareva così pregno di sentimento. Io personalmente, liberavo queste energie attraverso la musica, con i miei amici. Il rock era il ritmo giusto per essere dissidenti contro l’omologazione che tentava ad ogni costo di insinuarsi nelle nostre vite.

All’inizio nel 1984 pubblicammo un 45 giri in vinile dal titolo “I got too much” una critica palese al consumismo. Poi abbiamo fatto da spalla a diverse band famose, per esempio ai Level 42, al Palaeur a Roma, a Sergio Caputo a Napoli.

Pubblicammo due brani nella colonna sonora del film Blues Metropolitano di Salvatore Piscicelli e in quella occasione conoscemmo Pino Daniele. Con lui abbiamo lavorato per circa un anno per la produzione di un album (mai pubblicato) e ricordo che il manager di Pino Daniele una volta chiese di partecipare al Festival di Sanremo, ma noi declinammo l’invito. Eravamo scatenati, contenti, innamorati… Pazzi come il Vento…

Certamente eravamo anche ispirati dalla potente eco dei grandi artisti a livello mondiale (Pink Floyd, Led Zeppelin, Genesys), ma anche molto da italiani come Edoardo Bennato, Francesco de Gregori, Francesco Guccini, il dimenticato Claudio Lolli. Il primo concerto pop che vidi fu quello di Angelo Branduardi, poi Lucio Dalla dal vivo in teatro… Emerson Lake and Palmer, di cui divoravamo Tarkus, capivo anche i Gentle Giant di cui ricordo quell’ipnotica label che girava sul piatto. Di Frank Zappa mi piacevano più le sue frasi e le sue interviste che la sua musica.

Si è continuato a produrre musica ancora per qualche anno, pubblicando nel 1988 un LP, dal titolo “L’Alba della Fortuna”, e registrando molti pezzi su demotape che furono inseriti in alcune compilation del periodo.

Un altro pezzo invece, dal titolo “Troppo in Fondo”, lo dedicammo al nostro amico ed eroe Giancarlo Siani, giornalista d’inchiesta ucciso dalla camorra per aver rivelato le trame criminali di quel sistema.

“Nel mio mondo non c’è posto per la verità, quando arriva troppo in fondo non c’è più pietà”.

Dal brano “Troppo in fondo”.

Ma il mood all’interno del gruppo iniziava a perdere verve, finché si sciolse definitivamente. Ed oggi capisco anche perché. Quando un gruppo inizia a far parlare di sé, si espone alle regole del mercato e viene adescato da produttori che, in cambio di maggiore successo, chiedono pezzi commerciali e, perché no, anche frivoli.

La Posse degli anni 90​

Dopo lo scioglimento di quella band, ho partecipato nel 1990 come bassista ad un tour con Capone. Abbiamo girato tanti centri sociali italiani e suonavamo il genere che si legava al movimento underground detto POSSE. È stata una bella esperienza; ho visto tanta vitalità e tanta voglia di sperimentare modelli sociali nuovi.

Subentra un periodo di uscita dalla scena durato diversi anni. Anni che ho dedicato alla mia famiglia e al lavoro. Nel frattempo ho ripreso a studiare, soprattutto la chitarra ed il pianoforte, e a sperimentare, con altri strumenti, inclusa la mia voce. In quel periodo ascoltavo principalmente musica classica.

Il Jazz Prog degli anni 2000

Nel 2006 c’è stata una reunion del primo gruppo e, com’era prevedibile, si è subito ripresentata quella voglia di suonare insieme.

Come gruppo, rielaborando alcuni vecchi brani si è riaperto quel flusso creativo, magnetico e magico che ne ha prodotti di nuovi, inseriti poi nell’album Opere Omus (tra questi anche una cover degli Area).

Amigdala, questo il nome della nuova formazione, si può definire un gruppo Jazz-Prog, prevalentemente strumentale. Abbiamo considerato il prog un genere interessante, in quanto utilizza prevalentemente tempi dispari e composti ed armonie non convenzionali, che lo rende sperimentale per definizione.

Progetto scuola

Siamo partiti con il progetto di istituire una scuola di musica a Napoli, la Yellow Submarine, che è ormai diventata un punto di riferimento in città e di cui andiamo molto fieri.

Ripartono le serate dal vivo e le partecipazioni agli eventi, ma era ormai evidente che l’humus del pubblico era mutato moltissimo negli ultimi anni. Era nata l’epoca del pubblico che partecipa virtualmente agli eventi sui social, lasciando il vuoto nei luoghi di aggregazione. Un duro colpo per i musicisti, che traggono tanta linfa vitale proprio dallo scambio emozionale con la comunità. Il declino dell’esperienza diretta con la musica, quella che riesce a creare momenti irripetibili, è all’origine dello scioglimento di Amigdala. Ma io imperterrito sono andato avanti, dedicandomi questa volta alla canzone italiana d’autore.

Canzone Italiana d'Autore

Nasce Rete Co’mar, un’idea che ha unito il teatro alla musica. I brani, che potremmo definire folk rock, sono diventati un album, Tutti Fuori, di cui io vado molto fiero. Grande studio e dedizione alla ricerca di suoni popolari italiani, rivisitati con la nostra personalità creativa. Una voglia di ritorno alle origini ed alle tradizioni. L’album ha ottenuto un ottimo riscontro dalla critica.

Abbiamo fatto tanti concerti e ne faremo ancora e presto uscirà un nostro nuovo album.

Incontro con l'Afro

Nel 2017 ho pubblicato un album con la band Nafrythm, dal titolo Ocean, scritto a quattro mani con Nyong Iniang, nigeriano, musicista ed attivista per i diritti umani. L’incontro con la musica africana è stato molto importante per me e di lì è arrivata anche una collaborazione che mi ha portato a suonare dal vivo al Festival di Calabar in Nigeria. Gli incontri con Nyong mi hanno portato ad essere quasi un punto di riferimento per i musicisti migranti a Napoli.

Afro Reggae a Napoli

NafRIthm
Con la band abbiamo realizzato tanti concerti, abbiamo unito il napoletano con l’inglese e l’efik, che è la lingua dell’omonima etnia nigeriana. Stavamo preparando un nuovo viaggio in Africa, quando è scoppiata la pandemia.

Yardman
Il 30 ottobre 2021 è stato pubblicato l’album “Sooner or Later” prodotto con Yardman, musicista gambiano ed attivista dei diritti umani.

Cabeng
è l’evoluzione naturale del progetto Nafrythm (Napoli Africa e Ritmo) e si propone di portare dal vivo le sonorità di questo incontro artistico che celebra l’umanità e la ricchezza delle differenze.

IO e la mia chitarra

Il 22 ottobre 2021 pubblico Calore, un album di musica strumentale, di cui sono compositore. Sette tracce della durata complessiva di 30 minuti, eseguite con la sola chitarra acustica.

L’ispirazione di questi brani parte dal silenzio e dalla potenza dell’ascolto, dove la chitarra solitaria diviene uno strumento di meditazione e gioco di vibrazioni. Le note, nel loro scorrere fluido, evocano sensazioni di calore umano e di leggerezza, come una finestra che si apre ad un cielo soleggiato e terso.

“Quando sei in un nuovo livello,
trovi le anime leggere come te!”

(Vittorio Nicoletti Altimari)

Calore 2@ Duet è una naturale evoluzione del progetto di musica strumentale di Vittorio Nicoletti Altimari. i brani si allargano per fare spazio a variazioni e improvvisazioni con Antonello Petrella al sax tenore.